Lei è Elena di Miscel Ma Bel.
Vi presento una ragazza che è tea sommelier e tea blender. Si occupa di miscelare e creare perfetti abbinamenti fra foglie di tè, fiori, spezie, frutta, che diano vita a gusti e aromi sognanti, che possano rievocare piacevoli ricordi ed esperienze passate e che trasmettano l’intensità di gustarsi appieno un momento di pausa.
Per questa creativa contano i piccoli gesti, apprendere il valore della lentezza e credere nella bellezza delle cose semplici.
Siete pronti a entrare e accomodarvi nel suo delizioso salotto? Perché qui ogni storia conta!
“Il tè è stato per me, prima di tutto, una passione. Per essere precisa, tutto è nato grazie al mio amore per le teiere e i servizi da tè che collezionavo e che tutti mi regalavano sapendo che mi avrebbero fatto sicuramente felice. Come accade sempre, da cosa nasce cosa.
Ho iniziato ad esplorare questo mondo in maniera sempre più approfondita. Acquistavo libri e mi documentavo. Quando ho iniziato in Italia non se ne parlava così tanto. Oggi invece la cultura del tè si sta diffondendo sempre di più anche qui da noi. Ho scoperto alcuni corsi e percorsi più lunghi e ho continuato a studiare e imparare, sempre e solo mossa dalla curiosità.
Non avrei mai immaginato che il tè sarebbe diventato la base della mia professione e, a dirti la verità, non so identificare il momento preciso in cui questa mia passione ha voluto venir fuori e diventare altro. Forse è stato un passaggio molto naturale, come tutte le cose che, in fondo, sono destinate a diventare importanti.
Oggi affianco la mia piccola attività ad un lavoro da dipendente, ma il mio progetto è quello di farla diventare la sola e unica. Sogno un angolo di Parigi in centro a Torino, uno spazio tutto mio, tutto nostro, in cui condividere la pienezza di tanti momenti di pausa”.
Guardare al passato per ritrovare il senso del presente. Nelle sue miscele, Elena si affida spesso ai ricordi, ai profumi e sentori del passato: sono un po’ come aromi del cuore… ecco come tutto nasce!
“L’idea nasce da ciò che sta alla base della degustazione stessa. Se ci pensiamo bene, la degustazione non è altro che riconoscere nel tè profumi, sentori, note aromatiche propri di altri elementi presenti in natura.
Riconoscerli significa attingere al nostro bagaglio di ricordi. Per esempio, posso dire che un tè ha un sentore di erba e fiori selvatici perché conosco il profumo dell’erba e dei fiori grazie ad una lunga passeggiata in campagna.
E questo vale per qualsiasi tipologia di tè. Sono in grado di riconoscere le note del legno, del mare, del sottobosco, della frutta fresca perché ne ho fatto precedentemente esperienza.
Se ho conoscenza di qualcosa, la custodisco tra i miei ricordi, posso ritrovarla in una tazza di tè.
Per questo, il mio primo consiglio è sempre quello di allenare la curiosità verso ciò che ci circonda, perché solo così potremo alimentare costantemente il nostro bagaglio di esperienze e riproporlo in una degustazione il più dettagliata possibile.
Da qui ho poi immaginato delle miscele, quindi non tè puri, ma miscelati con fiori, frutta e spezie, che potessero in qualche modo raccontare i nostri momenti di vita. Parto naturalmente dai miei ricordi che possono coincidere con quelli degli altri oppure possono trasformarsi in qualcosa di completamente diverso e nuovo. I ricordi sono assolutamente personali.
La condivisione dei ricordi tra me e voi, vorrei diventasse il motore del mio lavoro”. ✨
I cinque sensi
“I sensi sono fondamentali nel mio lavoro. Tutti e cinque.
L’olfatto perché il profumo è la prima cosa che voglio colpisca chi acquista le mie miscele. Il mio desiderio è sempre che voi sentiate il profumo non appena aperta la scatola.
Il gusto perché naturalmente una miscela deve essere buona e gradevole, equilibrata al palato.
La vista perché deve essere bella da vedere. Utilizzo solo tè di qualità e, con un occhio un pochino allenato, lo si può notare nell’aspetto delle foglie stesse, di forma sempre diversa, che si aprono una volta infuse.
Il tatto perché le foglie di tè devono essere croccanti, come dico sempre. Devono scricchiolare tra le dita e non essere morbide.
L’udito perché ascoltare ciò che ho dentro in maniera profonda e attenta, mi permette di descrivere il tè e trasformare i miei ricordi in miscele”.
Ph.: @giui.it
“Le miscele nascono dopo tanti tentativi. Si parte dall’idea, ma raggiungere il giusto mix di ingredienti non è semplice. Tutto deve essere bilanciato, affinché nessun profumo sia troppo dominante rispetto agli altri.
Molto spesso i miei tentativi risultano vani o non arrivano al risultato sperato, quindi vado a modificare gli ingredienti ancora e ancora.
Tutto è reso più complicato dal fatto di utilizzare solo ingredienti e aromi naturali che, essendo più delicati, necessitano di un lavoro maggiore per rilasciare i loro profumi in maniera equilibrata. A volte pensi di aver ottenuto quel che cercavi, poi lasci riposare la miscela per qualche tempo e il risultato finale è diverso.
Insomma, dietro c’è un lavoro di mesi, fallimenti e successi!”
Ph.: @giui.it
“Quanto è pieno un momento di pausa”. É il motto di Elena, la sua filosofia, quello in cui crede. Penso che tante persone trovino sorprendente questa affermazione, ma anche che sia estremamente attuale.
“Spesso siamo portati a pensare al momento di pausa come ad un qualcosa di fermo, immobile, mentre tutto intorno a noi procede e continua il suo cammino velocemente. E, visto in questo senso, assume un’accezione quasi negativa, come se fermarsi fosse quasi perdere tempo, perdere occasioni, perdere contatti.
Grazie al tè ho imparato tante cose, ma soprattutto, ho imparato il valore della lentezza.
Tutto richiede pazienza, anche l’attesa. E tutto ha comunque un senso. Come il momento del tè: l’acqua che deve arrivare alla giusta temperatura per l’infusione, le foglie che aspettano di essere infuse per il giusto numero di minuti, tutti gli ingredienti di una miscela che devono stare insieme per un po’ per conoscersi e legarsi.
E poi ci sono i libri letti insieme ad una tazza di tè caldo, le lunghe chiacchierate con le amiche di fronte ad una tazza di tè, i biscotti preparati con cura per poterli poi inzuppare. Insomma, tutto un corollario di momenti che non fanno altro che raccontare la lentezza, l’attesa, la pausa.
Credo sia più chiaro ora quanto in realtà i momenti di pausa siano pieni. Pieni di mondi da scoprire, di parole da ascoltare, di pagine da scrivere, di ingredienti da impastare.
E, di conseguenza, pieni di noi”.
“Se dovessi scegliere un solo aggettivo tra i tanti che mi vengono in mente, credo mi definirei una persona molto introspettiva.
Mi sono sempre guardata dentro, molto a fondo. Spesso questo si è trasformato in una forte autocritica nei miei confronti e in una eccessiva severità con me stessa. Ci sto lavorando.
Miscel Ma Bel, perché io chiamo la mia attività per nome, mi sta aiutando enormemente in questo. Mi aiuta a raccontarmi e quindi a tirare fuori le migliaia di riflessioni e di pensieri che ho dentro.
Anche solo associare ogni miscela ad un ricordo, ad un momento della mia vita e raccontarvelo, metterlo a nudo e condividerlo con voi, penso sia un modo per trasformare la mia introspezione in qualcosa che crei legami e connessioni con l’esterno”.
Grazie Elena, perché con la tua grazia, semplicità e la delicatezza delle tue parole ci hai fatto fare un viaggio non solo alla scoperta del tè, ma soprattutto della tua storia e del tuo mondo interiore, toccando corde che credo risuonino un po’ in ognuno di noi.
É stato bello incontrarti nel tuo profumatissimo salottino! ✨
Lascia un commento