
In questo articolo vi parlo di Valeria e Luca di Kalibu: attraverso le loro creazioni in legno, ci trasportano in un mondo evocativo e un po’ magico, dove le favole prendono vita…
“Ciao! Noi siamo Luca e Valeria, siamo di Genova, abbiamo tutti e due fatto brillanti e inutili studi all’Accademia di Belle Arti 😁 (decorazione, pittura/ scultura).
Un po’ di anni fa, anche a causa della difficoltà nel trovare un’occupazione stabile, abbiamo iniziato quest’avventura… Non so se siamo proprio “artisti del legno”; diciamo che il disegno più la sperimentazione sono il filo conduttore di tutto ciò che creiamo e che abbiamo creato in passato. Di materiali ne abbiamo usati tanti: siamo passati dal disegno alla stampa su tessuto, alla decorazione e recupero di mobili ecc. Insomma, le abbiamo provate tutte XD.
L’incontro con il legno è arrivato in un secondo momento e direi casualmente (o naturalmente?!?). Nelle varie sperimentazioni con questo materiale abbiamo avuto l’idea delle Favole in Barattolo e abbiamo pensato meritasse tempo e spazio. Quindi, abbiamo cominciato a studiare e provare i diversi tipi di legno, concentrandoci solo su questo materiale, sulle nostre Favole in Barattolo e altre inutilità essenziali”.


Imparare a conservare
“Nelle nostre sperimentazioni volevamo creare delle illustrazioni su legno. Abbiamo iniziato a fare delle sagome dei personaggi delle favole di Esopo, però non eravamo convinti della presentazione. Dopo varie prove, ci è appunto venuta l’idea della “conserva della nonna”, cioè essenzialmente una favola in barattolo.
Giochiamo sull’idea di imparare e ri-imparare a conservare, invece che il cibo, una favola, una storia. Il packaging dà proprio un senso al prodotto finale. In pratica sono 2 personaggi della favola in legno di tiglio e la storia stampata su carta riciclata – tutto messo sottovuoto.
Il nostro è un prodotto di nicchia, sicuramente per persone non ordinarie! Nei vari eventi in giro per l’Italia spesso ci è stato detto: <<Ma quindi, cosa c’è dentro il barattolo?? Ah, e cosa se ne fa il bambino??>>. Beh, se vogliamo possiamo anche definirli giochi noiosi 😀 perché no! Ma la Noia è preziosa e fa scaturire la creatività!
<< …Ma il barattolo è di vetro! è pericoloso!>>. Già! Le Favole in Barattolo non sono uno di quei giochi da lasciare in mano al bambino, nella speranza che lo tenga abbastanza impegnato da poter guadagnare del tempo per pensare a sé. No, é esattamente il contrario! Regalare una nostra Favola equivale a regalare del tempo. Il tempo di aprire un barattolo, il tempo di leggere una favola, il tempo di giocare insieme… tempo da dedicare a qualcuno.
In un mondo sempre più veloce, le nostre favole ti costringono ad andare lento!
E poi, chi dice che sono per bambini? I bambini le favole le ricordano bene… gli adulti, invece?” 😊


Conservare significa “prendersi cura”
“Il tema delle favole ci è caro perché, anche se nelle versioni originali sono abbastanza crude, insegnano a codificare il mondo e a conoscere le proprie emozioni e paure.
Ci piacerebbe ampliare sempre più la nostra proposta con favole, racconti e leggende poco note e provenienti da tutto il mondo: per farle conoscere, scoprire e per dar loro uno spazio fisico.
Conservare significa “prendersi cura” e, quando parliamo di artigianato, la parola-chiave é proprio “Cura”. Cura nella creazione dell’oggetto, ma anche cura che viene esplicitamente richiesta all’acquirente nell’approcciarsi ad esso… E, con quelle quattro sillabe, non chiediamo solo di riconoscere un valore a quell’oggetto, ma ti chiediamo anche di custodirlo. Questo significa dare una risposta “duratura” a un bisogno”.


Immaginazione e ricordo
“Le Favole in Barattolo sono il nostro progetto di punta, però facciamo anche lampade, giostrine per le culle e altri giochi o decorazioni per le camerette dei bambini.
L’obbiettivo che ci siamo posti non è la creazione di oggetti fini a se stessi, ma oggetti portatori di un ricordo, una sorpresa o un modo differente di pensare. Illustrazioni su legno che puntano a far scaturire l’immaginazione ai più piccoli, e far riappropriare della memoria e del ricordo ai più grandi.
La maggior parte dei lavori che facciamo sono personalizzati perché ci richiedono la favola o il cartone preferito, e molti ci fanno fare il loro “ritratto di famiglia”. Questa è la parte più bella! Creare qualcosa su misura per chi te lo richiede… Il vantaggio dell’artigianato è che consiste nell’incontro tra due persone. Se la persona vuole qualcosa ma con qualche modifica, può richiederla, o comunque può farsi consigliare… perché sappiamo dire cosa si può fare, cosa no e anche il perché!”



Scelte e idee di fondo
“Tutti i nostri personaggi sono Shabby. All’inizio é stata una scelta comoda: facendo solo mercatini ed eventi, tra il trasporto e la tanta gente maleducata (mandrie di bambini che prendevano cose dal nostro banco e le lanciavano per poi sparire) avere un prodotto già “finto-rovinato” ci evitava di doverlo rifare quando la vera sbeccatura sarebbe arrivata.
Poi é stata una scelta scomoda, perché lo shabby richiede più passaggi, più tempo per la lavorazione. Scomoda anche perché può non piacere (ci sta! A volte dà noia anche a me!). Ma é stata una scelta voluta: volevamo ricordare i vecchi giochi e, in un mondo sempre più ritoccato con Photoshop, abituare l’occhio all’imperfezione, dandole valore.
Secondo noi é giusto che quando si crea un prodotto, questo debba anche fisicamente ed esteticamente far trasparire l’idea che c’è dietro. Altrimenti, consumo consapevole, pensiero critico, sostenibilità, sono solo parole.
Siamo più apprezzati dai genitori, però, facendo eventi, molti bambini ci smentiscono (per fortuna!). Tanti bimbi si incantano a guardare dentro le nostre lampade/scatole del Piccolo Principe, riuscendo a vedere la pecora (che ‘fisicamente’ non c’è!).
Il lavoro è tanto, perché si inizia da zero. Si progetta la sagoma, via a una serie infinita di bozzetti. Poi la si riporta su legno e la si taglia. Ci piace che i nostri personaggi siano con il taglio arrotondato, quindi dopo il taglio procediamo con le tre fasi di carteggiatura: una prima con la levigatrice da banco, poi con la levigatrice orbitale, per rifinire manualmente. Si passa alla decorazione shabby. Va dato un colore di fondo, poi decorato e nuovamente carteggiato per far trasparire il colore di base.
Se serve, si ritoccano i dettagli, si fanno gli occhi e, a chiudere, due mani di vernice. Tutto per puro masochismo, visto che la maggior parte delle persone non riesce a distinguere una molletta di legno presa bella e fatta, semplicemente decorata, dal creare una sagoma da zero.
Il lato positivo è che la fatica e le menate (tra cui le impronte digitali cancellate dalla levigatrice) di solito non te le copia nessuno”.


“Aggettivi… il primo direi “resiliente” XD perché abbiamo dedicato anni a questo progetto! Non è stato facile e non lo è ancora. Come spesso succede agli artigiani e creativi molte volte ti scontri anche con l’incomprensione di amici e parenti, che non aiuta…
Il nostro è un prodotto difficile: l’idea può piacere ma va spiegata ed è comunque difficile da vendere, soprattutto i primi anni non sembrava esserci alcun riscontro. Credo che ora ci sia una sensibilità diversa, infatti abbiamo avuto finalmente una risposta positiva, anche se, ancora adesso, a volte mi chiedo quanto sia fattibile creare un prodotto/brand che di base incita ad evitare il consumo.
Il secondo: ”polverosi”, perché il nostro laboratorio e noi stessi siamo immersi nella polvere di legno, per tutti i passaggi che richiede questo lavoro e, soprattutto, per quelli non necessari ma a cui teniamo perché ci rendono unici. Nel non necessario c’è l’attenzione e la cura verso quello che facciamo e verso chi lo facciamo”.
Quanta verità schietta e resilienza, davvero, racchiudono queste parole. Traspaiono tutta la fatica, ma anche la motivazione e la grinta che questa professione richiede. Credo sia a tutti gli effetti questo il senso di “passione”: l’intensità di metterci tutti se stessi, nel bene e nel male!
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